Lasciatoci alle spalle il grande schermo dello Studio Alta, e lo sfavillio dell'elettronica "deko", ci siamo addentrati nella parte est di Shinjuku: quella dei locali dei mille neon della Yasukuni Dori, dello shopping e degli angusti locali della Golden Gai presenti nel quartiere dall'immediato dopoguerra, sede di arte più o meno ufficiale e stili di vita eterodossi.
Certo, di giorno l'impatto della grande Yasukuni non è certo quello della notte multicolore ma troviamo comunque di che guardarci intorno.
Proseguendo lungo la Yasukuni Dori, ci imbattiamo nel Bic Camera prima e nella grande libreria Kinokuniya, il maggiore di una catena di negozi sparsi prima in Giappone e poi in tutto il mondo. Il negozio ha ben sei piani, di cui uno dedicato a manga ed artbook legati al mondo del fumetto ed uno dedicato esclusivamente alla letteratura in lingua straniera, dove faceva bella mostra la versione inglese di "Kafka sulla spiaggia" di Murakami, allora ancora inedito in Italia. Alla fine siamo usciti dal negozio con un più maneggevole e leggero (in tutti i sensi) artbook di Nana, mentre - ahimè - ho dovuto lasciare un monumentale volume di Yoshitaka Amano, che era impossibile sfogliare per valutare l'acquisto.
L'artbook "Feel the Blast!", che raccoglie cover e illustrazioni varie apparse nei tankobon del manga fino al 2007, ci è costato 1714 yen (tasse escluse, se non erro) che all'epoca corrispondevano alla miseria di 10,08 euro. Per darvi l'idea di quanto la situazione euro-yen sia precipitata a nostro sfavore, se l'avessi acquistato oggi (2015), mi sarebbe costato 13,25 euro.
Sotto, potete vedere la back cover dell'artbook di Nana che abbiamo preso. Per quello che abbiamo speso, direi che nè è valsa la pena.
Passeggiando in una zona come questa il tempo vola per cui, senza che ce ne accorgessimo, si è fatta ora di pranzo.
La cosa non sarebbe un grande problema, a Tokyo è pieno di locali dove mangiare; al contrario, è stato difficile scegliere tra le centinaia di ristorantini e caffetterie disseminate ovunque, tutte coloratissime e accoglienti.
Non c'è che dire: i quartieri centrali di Tokyo sono l'ONU della ristorazione!
Scartando la cucina italiana, avevamo di che scegliere tra piatti francesi, americani, indiani, thailandesi, danesi, cinesi, cingalesi e, è banale sottolinearlo, giapponesi.
Ci abbiamo messo quasi un'ora a scegliere, ma alla fine abbiamo deciso di mangiare da Seiyriumon, un ristorante dall'arrendamento "gotico" che serviva cucina cinese-taiwanese.
Questo è ciò che si vede appena entrati; evidente il tentativo di "fidelizzare" il cliente con la specialità della casa: gabbie e catene!
Certo, di giorno l'impatto della grande Yasukuni non è certo quello della notte multicolore ma troviamo comunque di che guardarci intorno.
Siamo in Giappone da quasi una settimana, dovremmo cominciare ad essere abituati allo spettacolo che ci si para dinanzi, ma il numero di negozi in rapida sucessione riesce comunque a toglierci il fiato.
La prima cosa che notiamo, però, è uno angolo denominato "Clean Shinjuku", un angolo dedicato ai fumatori, dove possono fumare senza - forse - essere guardati con riprovazione e senza sporcare la strada di mozziconi. Ne avevamo già visto uno nel cortile del nostro hotel, il Washington, a Shinjuku Ovest, ma sulle prima avevamo pensato fosse un ambiente privato, creato dai gestori dell'hotel.
In realtà questi angoli per fumatori sono dei luoghi pubblici. Nonostante io sia un non fumatore, questo angolo mi ha dato l'impressione di ghetto; ho trovato curioso, tra l'altro, che l'accento fosse posto più sulla pulizia delle strade - il bene collettivo - rispetto al bene individuale della salute di chi fuma.
La prima cosa che notiamo, però, è uno angolo denominato "Clean Shinjuku", un angolo dedicato ai fumatori, dove possono fumare senza - forse - essere guardati con riprovazione e senza sporcare la strada di mozziconi. Ne avevamo già visto uno nel cortile del nostro hotel, il Washington, a Shinjuku Ovest, ma sulle prima avevamo pensato fosse un ambiente privato, creato dai gestori dell'hotel.
In realtà questi angoli per fumatori sono dei luoghi pubblici. Nonostante io sia un non fumatore, questo angolo mi ha dato l'impressione di ghetto; ho trovato curioso, tra l'altro, che l'accento fosse posto più sulla pulizia delle strade - il bene collettivo - rispetto al bene individuale della salute di chi fuma.
Proseguendo lungo la Yasukuni Dori, ci imbattiamo nel Bic Camera prima e nella grande libreria Kinokuniya, il maggiore di una catena di negozi sparsi prima in Giappone e poi in tutto il mondo. Il negozio ha ben sei piani, di cui uno dedicato a manga ed artbook legati al mondo del fumetto ed uno dedicato esclusivamente alla letteratura in lingua straniera, dove faceva bella mostra la versione inglese di "Kafka sulla spiaggia" di Murakami, allora ancora inedito in Italia. Alla fine siamo usciti dal negozio con un più maneggevole e leggero (in tutti i sensi) artbook di Nana, mentre - ahimè - ho dovuto lasciare un monumentale volume di Yoshitaka Amano, che era impossibile sfogliare per valutare l'acquisto.
L'artbook "Feel the Blast!", che raccoglie cover e illustrazioni varie apparse nei tankobon del manga fino al 2007, ci è costato 1714 yen (tasse escluse, se non erro) che all'epoca corrispondevano alla miseria di 10,08 euro. Per darvi l'idea di quanto la situazione euro-yen sia precipitata a nostro sfavore, se l'avessi acquistato oggi (2015), mi sarebbe costato 13,25 euro.
Sotto, potete vedere la back cover dell'artbook di Nana che abbiamo preso. Per quello che abbiamo speso, direi che nè è valsa la pena.
Passeggiando in una zona come questa il tempo vola per cui, senza che ce ne accorgessimo, si è fatta ora di pranzo.
La cosa non sarebbe un grande problema, a Tokyo è pieno di locali dove mangiare; al contrario, è stato difficile scegliere tra le centinaia di ristorantini e caffetterie disseminate ovunque, tutte coloratissime e accoglienti.
Non c'è che dire: i quartieri centrali di Tokyo sono l'ONU della ristorazione!
Scartando la cucina italiana, avevamo di che scegliere tra piatti francesi, americani, indiani, thailandesi, danesi, cinesi, cingalesi e, è banale sottolinearlo, giapponesi.
Ci abbiamo messo quasi un'ora a scegliere, ma alla fine abbiamo deciso di mangiare da Seiyriumon, un ristorante dall'arrendamento "gotico" che serviva cucina cinese-taiwanese.
Questo è ciò che si vede appena entrati; evidente il tentativo di "fidelizzare" il cliente con la specialità della casa: gabbie e catene!
Nelle intenzioni dei gestori, il posto dovrebbe ricordare una fumera d'oppio di metà ottocento, a me è parsa più un mix di arredi tratti da un set di qualche film di Dracula e sull'inquisizione. Se volete una "sopresina" più orientale, vi consiglio la toilette!!
In ogni caso è stato abbastanza divertente mangiarci; abbiamo preso dei gyoza (ravioli al vapore) ripieni di carne di maiale o di gamberetti e kaisen komeko (grazie alla mia amica Claudia di Sardegna Cooking Studio per l'aiuto offerto alla mia traballante memoria!!).
Dopo il sospirato pranzo, una veloce occhiata da Mitsukoshi e ci siamo diretti, verso la Meiji Dori.
Prossima destinazione Shibuya!!
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