Diari Giapponesi - 9 Ottobre 2007 - Akihabara parte seconda

Con questo breve post chiudo la parte su Akihabara. Sebbene il cuore di questo quartiere siano i piccoli e piccolissimi negozi, la parte centrale di Akihabara, quella più in evidenza è ormai occupata dai megastore.
(photo by Jeremy Toeman, see the original here)

Si va dai negozi di dimensioni medie, come gli AKKY, che oltre all'elettronica che, oltre all'elettronica di consumo, vendono anche merce varia: profumi, valigie e souvenir, dando più l'impressione di un emporio postmoderno che di un megastore.

I vari Laox, YodobashiSofmap, oltre ad essere di dimensioni pazzesche, erano quasi interamente dedicate a telefonia, PC, audiovideo e gaming; avevano inoltre un esperto un pò più sobrio, o forse sarebbe meglio dire meno caotico.

I negozi di manga, ad esclusione di quello appartenente a Mandarake (di cui parlerò più in là) hanno struttura analoga a quella dei piccoli negozi di giochi e modellini di cui ho scritto nello scorso post. Possono avere anche sei o sette piani di merce e di solito il materiale per adulti è relegato al sottopiano (almeno in quelli che ho visitato io), contribuendo a diffondere l'inquietante idea di sottobosco solitamente associata a questo tipo di materiale, o quantomeno ed una sua parte più borderline (ad amare gli eufemismi). Quasi tutti questi negozi, dagli Akky in su, sono duty free, ovvero esentasse giapponesi; per quelle italiane, mi spiace ma ci si deve arrangiare.

Dopo aver battuto a tappeto vari negozi alla vana ricerca dell'appena uscito Ipod Touch e di un cellulare giapponese che funzionasse in Europa - posso dire con cognizione di causa che è mediamente superiore al nostro per hardware e servizi offerti, di solito esclusivamente nipponici -, siamo tornati al ryokan affamati ed un pò indolenziti.

Abbiamo finalmente provato i futon, per noi un pò strani da usare vuoi per l'altezza, vuoi per la schiena a (quasi) diretto contatto con i tatami, vuoi per la facilità di perdere la coperta!! Un'esperienza affascinante solo in parte, su cui sospendo un giudizio più approfondito in attesa di una nuova esperienza che sciolga alcuni dubbi che mi sono rimasti su questo aspetto del modo di vivere giapponese.

Mi resta un'ultima nota sui piccoli (o microscopici) negozi. Il vero cuore di Akihabara, quello che ormai rischia di sparire, è quello della componentistica, dei chip, dei cavi e di tutto quanto è pertinente all'elettronica, piccole botteghe come mosaici di piccoli misteriosi oggetti. Questi negozi erano caratteristici come i banchetti delle okonomiyaki, erano un marchio di fabbrica di Akihabara. Ora, se non ci si infila nei vicoli laterali della Chuo Dori, queste serrande risultano invisibili, quasi sparite. Non so quanti anni ancora dureranno, prima di cedere il passo alle grandi insegne e dei multipiano.

PS: nella foto sotto c'è anche una persona!

Photo by rc, see the original here

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About Andrea Castello

Time traveller, dev, Rory's dad, old surrealist guy from Sardegna, Italia
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