Diari giapponesi - 14 Ottobre 2007 - Asakusa Sensoji

Dopo le piccole, meravigliose sorprese dalla passeggiata nella zona di Yanaka, ci siamo diretti verso una dei maggiori monumenti di Tokyo, nella zona di Asakusa, lo spettacolare complesso di templi Sensoji.

E' difficile, dopo tanto tempo dal giorno in cui lo visitammo, richiamare le emozioni di quell'evento, però posso ricordare una curiosa commistione tra la bellezza e la solennità del luogo e la sua allegra e rumorosa natura turistica, il chiasso proveniente dalle bancarelle di Yakisoba poste lungo la via al tempio - la Nakamise Dori - ricorda un po' la vitalità delle bancarelle alla fine di via della Conciliazione in San Pietro, dove sembra impossibile passare dal brusio della piazza al silenzio delle volte della chiesa. La stessa sensazione, se non maggiore - ti accompagna fino alla soglia del Sensoji.



L'incrocio antistante la Kaminarimon "porta del tuono"

Di fronte alla grande porta Kaminari, stazionano sempre dei baldi giovanotti dotati di calzari tradizionali e di quadricipiti ipertrofici, che, per un modico compenso, ti portano a fare un giro in risciò e sono ben disponibili a posare con i turisti per una foto ricordo.

La porta Kaminari è veramente imponente! La foto qui sotto può rendere l'idea delle dimensioni della grande lanterna appesa alla porta, uno dei simboli più noti del quartiere.


  
Una volta nella Nakamise Dori, non si può fare a meno di perdersi tra le bancarelle che vendono souvenir per turisti. Non importa che si tratti di oggetti di poco valore, persino kitsch: quando sei agli sgoccioli di un viaggio che non sai se tornerai a fare, quando visiti un luogo per la prima e forse ultima volta in vita tua (*), la voglia di portarti a casa un pezzo di quella esperienza è invincibile e tu non puoi fare altro che altro che arrenderti ad essa.

Tra i mille ventagli, le washi, gli omamaori, i daruma affiancati da Hello Kitty in kimono e modellini di Gundam (!), noi abbiamo finito con il portarci a casa due yukata, che, con ostinazione più unica che rara, una simpatica vecchietta è riuscita a venderci, sostenendo che sarebbero stati perfetti.

D'altra parte sono arrivato alla conclusione che, purché si continui a porsi dinanzi alla cultura ed agli usi di un altro paese con il dovuto rispetto, tutto sia lecito: noi in yukata come gli inglesi in costume sardo alla sagra di Sant'Efisio a Cagliari o un giapponese vestito da gondoliere a Venezia. 


La folla accalcata tra le bancarelle della stretta Nakamise Dori: tale e quale alla Fiera di Cagliari nel giorno di Sant'Efisio!

Il richiamo della yakisoba saltata sulla piastra era fortissimo, se abbiamo resistito è stato solo perchè ci eravamo rimpinzati da pochissimo!


Una delle tante bancarelle di prelibatezze locali, tra cui la mia amata Yakisoba

Una volta entrati nel tempio Sensoji vero e proprio, si è avvolti dal profumo degli incensi bruciati dai visitatori. Avvicinarsi al braciere indirizzarne sul proprio capo i fumi è una sorta  di richiesta di benedizione verso Kannon, l'incarnazione della Misericordia buddista.

Qui mi verrebbe da fare una considerazione che potrebbe essere pericolosa: molti, specie in occidente, pensano ai giapponesi come un popolo molto neutro nei confronti della religione, ed il modo in cui il sincretismo religioso è diffuso nel paese è visto da taluni occidentali come un aspetto negativo della loro cultura. Non sta a me dare giudizi in questo senso, ma mi piace pensare al fatto che uno straniero come me possa entrare i un tempio, compiere un gesto di una religione non sua e anche indugiare in una preghiera come un segno di tolleranza e di una percezione più ampia, ancorché più impalpabile del sacro.

Così abbiamo fatto, con emozione, curiosità e il rispetto dovuto al luogo.



Il complesso del tempio, un insieme di edifici sviluppatosi intorno al corpo centrale a partire dal settimo secolo, ampliato, distrutto da guerre e calamità e ricostruito più volte, come spesso accade in Giappone, è raffinato ed imponente al tempo stesso. 
Abituati alla grandezza della pietra delle nostre cattedrali, è difficile concepire una pagoda di cinque piani e tanti templi costruiti con il legno come materiale principale.


L'ingresso del tempio ed il braciere dell'incenso visti dalla soglia dell'edificio principale.



La loggia interna del tempio è ricca di oggetti votivi e nicchie rivestiti d'oro e di grande fascino, come questo dipinto posto su un pannello del soffitto. Una volta entrati è proibito fotografare, per cui non ho foto più chiare di questa, presa con uno zoom da oltre l'ingresso.


Se qualcuno conoscesse un buon libro di storia dell'arte Giapponese in Italiano, me lo segnali!
Asakusa offre molto altro al visitatore oltre al Sensoji ed è uno dei luoghi in cui vorremmo tornare nel caso di un secondo viaggio in Giappone, magari in occasione del Sanja Matsuri, la grande festa  dei tre templi che si tiene ogni anno nella terza settimana di Maggio. Se qualcuno di voi si trovasse a Tokyo in quel periodo, non può perdersi il rombo dei grandi tamburi tradizionali che rendono carica di forza ed emozione la festa ed il posto!

(*) Allora non potevo saperlo, ma saremmo tornati - oh, se saremmo tornati - sette anni dopo, questa volta con una nuova persona da introdurre alle meraviglie di questo incredibile paese; ma questa è davvero tutta un'altra storia.
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About Andrea Castello

Time traveller, dev, Rory's dad, old surrealist guy from Sardegna, Italia
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