Diari giapponesi - 11 Ottobre 2007 - Kamakura - Hase Dera (海光山慈照院長谷寺) - 2


Lasciato il Jizo-do e percorsa un'altra breve rampa di scale, si giunge al cuore religioso del complesso, l'insieme di sale costituito dalla grande Kannon-do, e dalle Amida-do e Daikoku-do, oltre all'Kyozo, l'archivio di sutra del tempio.

La storia della Kannon-do è legata ad una leggenda risalente all'inizio dell'ottavo secolo.


La leggenda del monaco Tokudo Shonin e dell'albero di canfora.


Si racconta che nel 721 il monaco Tokudo Shonin scoprì un grande albero di canfora nelle foreste sui monti intorno a Nara. Il tronco era talmente grande da permette di realizzare due grandi statue della dea Kannon. La statua ricavata dalla parte inferiore del tronco fu portata al tempio Hase vicino a Nara, mentre la maggiore delle due statue, scolpita nella parte superiore del tronco fu gettata nel mare vicino all'odierna Osaka, accompagnata dalle preghiere di un suo ritorno miracoloso alla terraferma, così che potesse salvare il popolo.
Quindici anni dopo, la notte del 18 Giugno 736, essa fu ritrovata nella spiaggia di Nagai, lungo la penisola di Miura, non lontano da Kamakura. Si dice che al momento del ritrovamento essa emanasse un'aura luminosa.
La statua fu portata a Kamakura ed intorno ad essa fu costruito l'intero complesso dell'Hase, che porta lo stesso nome del tempio di Nara che contiene la statua gemella.

Kannon-do
La statua di Kannon, alta oltre 9 metri, si trova nell'omonima sala, cuore vero del tempio. Possiede undici teste oltre a quella principale, tre sulla fronte, tre sul lato sinistro, tre a destra e una sopra la testa e una sul retro, ognuna con una differente espressione dedita all'ascolto delle differenti esigenze delle persone. La statua di legno di canfora fu ricoperta di foglia d'oro nel 1342, mentre la grande aura fu aggiunta nel 1392. Sebbene Kannon sia spesso vista come una divinità femminile, si tratta di una divinità asessuata, un Avalokitesvara Bodishisattva, destinata all'illuminazione e rappresenta misericordia, compassione ed amore.



Nella prima foto del post potete vedere i tetti della Kannon-do.

Amida-do
Accanto alla Kannon-do si trova una sala con una statua di uno Yakuyoke Amida Budda, protettore dagli spiriti maligni, commissionata nel 1194 da Minamoto Yoritomo, il primo shogun.

Sulla destra dell'Amida-da, si trova una grande campana di bronzo, che ogni 31 Dicembre batte i 108 rintocchi dello joya-no-kane, il rituale con cui si disperdono le sofferenze dell'umanità.



(la campana di bronzo - photo by James Willamor, used under CC license)

Procedendo verso sinistra rispetto all'ingresso della Kannon-do, si trovano un piccolo museo (Homotsu-kan) e la sala Daikoku-do e l'archivio dei sutra Kyozo.

Daikoku-do
Anche questa sala contiene una statua, un'immagine di Daikokuten, replica dell'originale disposta nel museo Homotsu poco distante. Daikokuten è un'altra delle sette divinità della fortuna, divinità dell'abbondanza o ancor meglio del buon raccolto.

Kyozo
La sala dell'archivio dei sutra è più piccola e decentrata rispetto alle altre. Al suo interno è presente un rinzo, il grande cilindro ligneo con centinaia di scansie destinate ad ospitare i rotoli dei sutra. Sia io che Federica abbiamo fatto fare un giro completo al rinzo: è tradizione pensare che compiere questo piccolo rito permetta di acquisire la saggezza dei sutra in esso contenuti.
Se la gente in visita non è molta e c'è sufficiente silenzio, l'esperienza è davvero affascinante!!



(Kyozo - photo by jpellgen used under CC license)


La visita al tempio Hase, però, non è solo un'esperienza di tipo culturale o religioso; è un'immersione in un'incredibile, lussureggiante natura, che durante le belle stagioni può raggiungere uno splendido verde intenso punteggiato da decine di fioriture diverse, in un'esplosione di colore e profumo che ha pochi uguali al mondo.
Un'altra scalinata porta a diversi punti di osservazione nascosti nel verde.
Qua e là, una piccola statua o una lanterna attirerà la vostra attenzione, fin quando la vostra vista non spazierà sulla baia che si intravede tra i rami degli alberi o i fitti bambù.






La baia di Kamakura.



La piccola foresta di bambù vicino al Kyozo.




Le statue di questi piccoli monaci ci raccontano che una certa inclinazione alla stilizzazione grafica da parte dei giapponesi risale a periodi lontani della sua storia e non è in alcun modo un'invenzione dei mezzi di comunicazione dei nostri tempi - anime e manga in primis - che ne costituiscono semmai la più recente rilettura.

(Statue di monaci - photo by Fede - all right reserved)
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About Andrea Castello

Time traveller, dev, Rory's dad, old surrealist guy from Sardegna, Italia
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